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giovedì 30 ottobre 2014

Halloween Special Edition - The Legend Of Dracula .

Dracula interpretato da Bela Lugosi (1931) .

Quattro anni fa, scrivevo una tesina per la mia maturità, intitolata e dedicata a Dracula.
La ricerca delle informazioni e dei collegamenti tra varie materie, durò mesi e furono i mesi più appassionanti della mia vita.
Il vampiro, da sempre la mia creatura fantastica preferita;
Il romanzo gotico, da sempre il genere letterario più affascinante;
L'epoca vittoriana, da sempre il periodo storico che più amavo studiare;
Londra, da sempre la città dei miei sogni;
L'inglese, da sempre la mia seconda lingua.

Poco per immaginare perché tanta passione.

Ora, mi ritrovo a commentare siti di discussione su questi argomenti, preparatissima, su avvenimenti storici, letterali e cinematografici, perciò, insieme ai miei collegi di Mind The Popcorn, abbiamo deciso di regalarvi alcuni miei pensieri, giusto in tempo per l'uscita nelle sale di Dracula, Untold.

Penso che la domanda che tutti si sono posti almeno una volta sia :
Ma chi ha inventato il mito del vampiro?

Immaginate un epoca, dove non si conosce quasi niente di scienza e medicina. Un'epoca a cui si fa fede solo a religione e superstizioni ad essa legate.
Le leggende come quella del vampiro nascono dalla non-conoscenza.
La malattia, che noi conosciamo come tubercolosi ha come sintomi, il pallore e la perdita dell'appetito. L'Anemia, ha come sintomi il pallore, occhiaie pronunciate e bassa temperatura corporea.
Vi ricordano qualcosa?

Tutto iniziò una sera d'estate nel 1816.
A Villa Diodati, sul lago di Ginevra, un gruppo di letterati e intellettuali si incontra nell'antica residenza. Tra questi, Mary Shelley e John Polidori. Danno vita ad una "scommessa" letteraria: ognuno di loro avrebbe scritto un racconto gotico da leggere e confrontare nelle notti successive. Nascono così "Frankenstein" ed "Il vampiro" opere che gettano le basi per lo sviluppo di moderni generi letterari quali la fantascienza, l'horror e il romanzo gotico moderno. 
"Il vampiro", in particolare, racconta di un uomo che vive nell'oscurità della sua casa , per questo molto pallido e molto magro perché decide di nutrirsi solo di aceto.

Il romanzo gotico, come genere letterario, fiorì molto dopo, in Inghilterra, all'inizio dell'epoca Vittoriana (1837)  e nel 1897 , Bram Stoker segnò, la fine del genere , scrivendo e pubblicando il suo romanzo , Dracula.

Questo romanzo, diventerà l'emblema del romanzo gotico e quindi uno dei più famosi dell'epoca, a pari merito con " Frankenstein " e "Lo strano caso del Dottor Jeckill e Mister Hyde "  (tutti e tre presenti nella mia libreria , ovviamente ) .
Stoker,  fu influenzato e prese ispirazione da una moltitudine di fatti, storici, folkloristici, leggendari che aleggiavano intorno alla sua vita .

Ad esempio, nello stereotipo del Vampiro-Conte-Dracula troviamo similitudini con Jack The Ripper ( lo squartatore ) assassino, famoso nella storia dei criminali della Londra dello stesso periodo (1888), che seduceva le prostitute, per poi ucciderle sanguinosamente. Non lasciava traccia, volatilizzandosi nell'ombra della notte.

Le curiosità sull'invenzione del personaggio, sono molteplici, come gli appunti trovati nei libri di Stoker, che accennavano a studi medici approssimativi fatti su alcuni cadaveri che sembravano essere morti in circostanze inspiegabili e rimasti nella tomba, intatti.
Si scoprirà solo dopo, che si trattava di malattie come la tubercolosi e che i corpi vennero dissotterrati per lo studio in un tempo troppo breve perché la decomposizione potesse avere inizio.

Ma il sapere comune ci racconta che Stoker abbia scritto il suo romanzo, ispirandosi unicamente alla figura di Vlad III principe di Valacchia, meglio conosciuto come Vlad Tepes "L'impalatore".
Tale informazione è in parte errata. Stoker , infatti, si documentò molto per la ricerca del nome del suo personaggio che nacque fin dall'inizio come un seduttore, dall'aspetto immortale e pallido, che poteva assumere ogni forma pur di avvicinare la sua preda e che quindi, per sopravvivere si nutriva di sangue umano.

Trovò l'idea per il nome,  leggendo la storia Rumena, più precisamente quella della Transilvania. Lesse di questo principe, che nel 1400, combatté per la chiesa cristiana, e che sanguinosamente uccise i nemici ed eritici Turchi , impalandoli vivi. Egli faceva parte di un ordine , chiamato " L'ordine del Drago ". Così, la parola "drago",  in rumeno è "drac ", perciò Dracula significa letteralmente "Figlio del Drago". Nel moderno rumeno, la parola " drac " ha assunto il significato di "diavolo" (il termine per "drago" ora è balaur o dragon). Questo creò un malinteso sulla natura del nome Dracula attribuito a Vlad.

Fatta questa doverosa parentesi sul significato del nome, torniamo al nostro Bram. Egli quindi, leggendo le vicende di questo principe sanguinario, trovo l'idea per il nome del suo persoggio, chiamandolo Dracula attribuendoli il significato moderno di "diavolo".
Ma Stoker rimase affascinato anche da altre parti di storia legate al principe Vlad, perciò decise di fare un viaggio in Transilvania per visitare il castello dell 'impalatore.
Rimase anche qui, esterefatto dalla bellezza dei paesaggi e della magnificenza e particolarità dei castelli. Perciò decise di ambientare il suo romanzo, metà in Inghilterra e metà in Transilvania.
Attribuendo il castello del principe Vlad all'abitazione del (solo ora) Conte, Dracula.

Ma non fu tutto, rubò a Vlad anche la sua fine, come crociato.
La storia narra che, indispettiti dalla sua crudeltà e desiderosi di vendetta, i turchi, fecero irruzione al castello di Vlad mentre egli era in battaglia al confine. Trovarono la moglie e le dissero che il marito era stato ucciso per mano loro, al ché la donna , disperata , si tolse la vita.
Al ritorno al castello, Vlad fece la dolorosa scoperta e chiese anch'egli con la stessa disperazione che ebbe la moglie, una cerimonia funebre , ma considerata suicida la chiesa gliela negò. Vlad , su tutte le furie, per essersi sentito tradito dai rappresentanti della chiesa che aveva servito fino ad un attimo prima, si scagliò contro la chiesa, rifiutandola per sempre.
La leggenda qui, narra che fu maledetto per essersi ribellato e che una volta morto fu spedito all'inferno ( ovviamente) .

Tale storia è stata riprodotta fedelmente nel romanzo di Dracula, dando vita al perché il conte e con esso la figura del vampiro sia una creatura dannata.
Il conte, scagliandosi contro il crocefisso, fu maledetto e dannato e fu trasformato in vampiro, costretto a soffrire per l'eternità.

Chi ha letto il romanzo di Stoker, conosce tutto ciò che ho scritto fino ad ora, perché nella storia non c'è nessun messaggio esplicito che il personaggio sia quello di Vlad.
Inoltre, potremmo svelarvi che di Dracula, in verità si parla solo nella prima parte del romanzo.... non svelo di più e i perché e i per come, perché vorrei che compraste il romanzo e lo apprezzaste voi stessi.

Si arriva all'epoca del cinema e con esse le prime rappresentazioni del conte Dracula , ed anche le più fedeli al romanzo .

Nosferatus (1922) - attore che interpreta Dracula (chiamato Conte Orlok)  : Max Schreck.



Pellicola persa, esistono solamente vari fotogrammi e piccoli video.

Dracula (1931) - attore che interpreta Dracula : Bela Lugosi.



 



Personalmente adoro l'interpretazione di Lugosi, adoro la fotografia e il bianco e nero per questo genere, adoro la scelta dei costumi ed il modo di rappresentare il Conte. Credo che questa pellicola d'epoca sia la meglio riuscita e l'emblema di Dracula, del suo personaggio e della sua storia.






Dracula (1945) - attore che interpreta Dracula : Christopher Lee .





Non amo molto gli effetti speciali che si cercano di dare in questa pellicola ma adoro Christopher Lee. Generazioni dopo generazioni riesce a regalare interpretazioni splendide.

Dracula di Bram Stoker (1992) - regia : Francis Coppola


attore che interpreta Dracula : Gary Oldman

 

attore che interpreta Jonathan Harker : Keanu Revees


attore che interpreta Van Helsing : Anthony Hopkins

Anthony Hopkins as Professor Abraham Van Helsing in Dracula (1992)

Ed qui che ha luogo, il malinteso tra Vlad Tepes e il conte Dracula. Infatti, nella trama del film, viene raccontata la storia/leggenda che anche io vi ho scritto prima.

Dracula di Bram Stoker di Francis Coppola (1992)
Ad ogni modo, Inutile dire che il mio film preferito in assoluto è proprio questa versione di Coppola.
Film datato ma allo stesso tempo molto moderno, con effetti speciali molto ben realizzati per i mezzi a disposizione. Interpretazioni fantastiche di grandi attori come Oldman, Revees e Hopkins.
Un film che ha reso perfettamente il racconto del romanzo. Ai giorni nostri, dove è sovente sentir dire , "era meglio il libro" , dopo essere andati a vedere un film al cinema basato su un romanzo... non è questo il caso! Il romanzo ed il film sono in perfetta armonia, Coppola non poteva realizzare lavoro migliore!


Dracula di Bram Stoker di Francis Coppola (1992)


Si entra dunque in un circolo ormai senza freni , di film basati sui vampiri e sulla figura del conte Dracula. Si cerca di rappresentare il più possibile il timbro impresso da Stoker, pur cambiando trama e storia dove sono presenti i vampiri.
Tante storie di vampiri altolocati ma non conti, tanti vampiri che vivono in casate e non in solitaria, come invece, faceva il conte; vampiri che trasformano in vampiri gli umani che mordono, al solo scopo di crearsi una congrega... eccetera.  Svariate le trame, svariati gli attori ed i registi.


Arriva poi nel 2004 la rappresentazione di Stephen Sommers, che con il suo Van Helsing , racchiude i più famosi personaggi del romanzo gotico dell'epoca vittoriana.
Feci in passato già una recensione su tale film , che avevo apprezzato molto per la cura dei dettagli e il tributo alla storia letteraria del genere horror. Anche in questo film, la figura del conte Dracula si avvicina moltissimo a quella di Stoker e a quella della pellicola di Lugosi.







Negli anni 2003-2006-2009-2012 invece, prende vita una nuova storia sui vampiri, una nuova leggenda. Rimanendo sempre fedeli al vampiro creatura nottura e succhia sangue, che vive in castelli, persona altolocata e ben vestita, quasi provenisse da un altra epoca. Veloce, con lunghi canini ed immortale. La saga di Underworld. 
Con questa serie di film , il vampiro viene portato in un epoca che è quella dei giorni nostri e gli si affianca uno dei suoi accerrimi nemici , il licantropo.
Ebbene, nell'originale romanzo di Dracula di Stoker, nessun accenno venne fatto a tale combutta tra creature, anzi, l'autore narrava di un conte che poteva trasformarsi in qualsiasi creatura volesse pipistrello ma anche lupo.


Nel 2008 L'inizio del cambiamento della figura del vampiro, non più creatura terrificante , che incute terrone nelle giovani donne , certe vittime di un assassino spietato, ma ora, figura quasi innocente, portatrice di una maledizione che non ha scelto, che sa controllare i suoi istinti omicidi... una creatura da amare. 
                                 
Sapete a chi mi riferisco... Edward Cullen, il vampiro della nuova era.
Ebbene , con Twilight la figura del vampiro viene stravolta. In un attimo tutta la storia cinematografica e letteraria del passato viene distrutta per far spazio ad una futura visione dei "mostri".

Ma la distruzione non è così catastrofica, arriva prima la Sony Pictures Home Entertainment, con Hotel Transylvania, nel 2012.

Racconta di un conte Dracula come lo ricordavamo e di tutti i suoi amici mostri , come Frankestein.
Ambientazioni fedeli e tetre come da timbro gotico. Ma la trama segue l'onda dell'amore tra umani e mostri, nello specifico, la figlia di Dracula si innamora di un umano, nonostante prendano in giro anche nel film la saga di Twilight , la story-line sembra molto più credibile per tutti i dettagli gotici che caratterizzano il film, inoltre la spiegazione a tutto, è anche il messaggio dell'intero lungometraggio : Ai giorni nostri gli umani adorano i mostri e alcuni di loro sono idoli, fonte di ammirazione ed ispirazione, non per aver fatto del male ed essere creature orribili ma perché in fondo, gli tutti gli umani vorrebbero essere e possedere i poteri di quei mostri.

                             

L'ultimo film , poi, che ho deciso di citare è la penultima opera di Tim Burton, Dark Shadows (2012) ispirato ad una serie televisiva degli anni '70, realizza un film che rappresenta ancora una figura del vampiro moderno ma apprezzabile anche dai più conservatori che amano il vampiro tetro.

                              

Concludendo, quindi, è chiaro che la prima volta,  che la figura del vampiro apparì nella storia della letteratura e del cinema, fu quella del Conte Dracula. Con gli anni, tale ispirazione dal romanzo di Stoker è scemata dando spazio ad altri autori e registi di creare altre interpretazioni del vampiro. L'intero ciclo termina affermando che Dracula rimane il Re e il padre di tutti i vampiri.

Sono molto felice di aver scritto questo articolo ed ora posso tornare a riposare nella mia bara!
Nella speranza che vi sia piaciuto ,
Vi aspetto nei prossimi giorni per fare il commento del film Dracula , Untold, che non mancherà nei miei film visti e recensiti.


Vi lascio le recensioni dei film già citati sul nostro blog, pubblicate durante il mese dedicato ai Vampiri.

Recensione Van Helsing : http://mindthepopcorn.blogspot.it/2014/07/van-helsing.html
Recensione Underworld 1 : http://mindthepopcorn.blogspot.it/2014/07/underworld-primo-capitolo.html
Recensione Dark Shadows : http://mindthepopcorn.blogspot.it/2014/05/darkshadows.html


Dracula di Bram Stoker di Francis Coppola (1992)

- Dixy -  per Mind The Popcorn.

domenica 26 ottobre 2014

Commento - 1x02 - The Flash


“My name is Barry Allen ”. Queste le prime parole dell’intro di The Flash, serie supereroistica basata sul personaggio DC Comics famoso in tutto il mondo.
Riprendendo lo stile di Arrow, del quale è lo spin-off, nei primi minuti di episodio viene riassunta la genesi del protagonista e la sua missione.
L’ironia è un punto forte dello show e del suo main character, capace di smorzare la tensione mentre corre in giro per Central City ad aiutare chi ne ha bisogno.
Un incendio in un condominio diventa una gag comica, con le persone intrappolate all’interno che vengono catapultate in strada con facce sbigottite.
Nonostante il triste e duro passato, Barry conserva uno spirito divertente e allegro, supereroe di una serie che riesce a ricordare le atmosfere di Smallville senza portarsene dietro la pesantezza adolescenziale.
I cliché abbondano in questa seconda puntata. La madre che cerca la figlia rimasta intrappolata tra le fiamme, il protagonista che fa difficoltà a conciliare gli impegni e i doveri della sua doppia vita, la ragazza di cui è innamorato che indaga sulla sua identità segreta à la Lois Lane.
I danni collaterali mostrati ad inizio episodio, che avrebbero potuto porre interessanti limiti sulle capacità metaumane di Barry, vengono risolti con un semplice “devi mangiare di più”.
Flash, pur non essendo il solo ad essere stato colpito dal fulmine, sembra l’unico capace a pensare di sfruttare le sue doti per una giusta causa.
Possibile che oltre a lui, tutti gli altri metaumani siano criminali?
Ultra prevedibile il superpotere del cattivo di turno.
Quando sulla scena del crimine vengono trovate impronte di sei uomini, tutti con le stesse scarpe numero 46, era cristallino che il colpevole si potesse clonare.
In tema antagonisti, ritroviamo il dottor Harrison Wells, che più che una vera e propria nemesi ricopre il ruolo di frenemy del protagonista: aiuta Flash, ha bisogno di lui, ma allo stesso tempo persegue i suoi obbiettivi con metodi in contrasto con ciò per cui il velocista scarlatto lotta.
Il momento serietà dell’episodio affronta il problema del rapporto padre-figlio.
Da quando Barry era piccolo, il suo genitore biologico sconta una pena in carcere per un crimine che non ha commesso. Numerosi gli sforzi del bambino per scagionarlo e riabilitarne il nome, mentre cresce con l’amico di famiglia Joe West.
Il detective adempirà a doveri e compiti genitoriali, lo nutre, lo veste, gli insegna a radersi e a fare i compiti.
Ecco quindi che Barry si ritrova con due figure paterne alle quali vuole bene e che credono in lui, stimolandolo nel perseguire i suoi obiettivi.
La serie purtroppo ci ripropone elementi già visti altrove.
Cisco, l’esperto di informatica, che tramite auricolare e computer all’avanguardia guida Flash nelle sue missioni, ricopre il ruolo che in Arrow è di Felicity, la “bitch with wifi”.
Il dottor Wells può ricordare un giovane Lex Luthor, così come il detective West il genitore adottivo di Superman, Jonathan Kent.
Viene dato moltissimo spazio alla vita di Barry nei panni del velocista scarlatto, dimenticando che il suo lavoro alla scientifica è un buon strumento di intrattenimento, al quale paradossalmente viene data più visibilità nei comics.
Il piccolo schermo infatti richiede costi elevati per gli effetti speciali e per le scene di azione, a differenza di atmosfere più reali come il lavoro al dipartimento di polizia.
Aspettando di vedere i prossimi episodi ed una macrotrama più consistente, The Flash risulta un buon prodotto, capace di amalgamare insieme ironia e azione.

Voto: 70 Km/h su 100.

Niccolò Costantino per Mind The Popcorn

martedì 21 ottobre 2014

Commento - Gotham - 1x04 + Chi ha ucciso i Wayne?



Il quarto episodio di Gotham, "Arkham", si presenta abbastanza dinamico, con il maggior numero di omicidi in una sola puntata.
Non tutti però per mano del cattivo di turno, un sicario che uccide con uno spuntone di ferro che esce fuori da un tubo in metallo, ricordando il manico dell’ombrello del Pinguino nei fumetti.

 "Qui si tratta del voto su Arkham. Non è solo un'operazione immobiliare, è una guerra tra Falcone e Maroni"

Spiega James Gordon, ma lo spettatore ha modo di constatare che in realtà la lotta per il controllo della città conta più parti in gioco.
Le due più interessanti rimangono abilmente nell'ombra: da un lato abbiamo Fish Mooney, che recluta una giovane ragazza disposta a diventare la sua "arma", pur di aggiudicarsi un posto di lavoro.
Un bacio saffico e una scazzottata con l'altra candidata e ottiene il privilegio di sedersi al bancone con la tigre dal ciuffo rosso di Gotham.
Sull'altro fronte vediamo Oswald, che dopo aver fatto una visita non poco inquietante a casa Gordon, organizza un vero e proprio teatro dei burattini.
Vittima e mandante allo stesso tempo, riesce con una finta rapina ad ottenere il posto di direttore del ristorante dove faceva da lavapiatti, accaparrandosi la fiducia di Don Maroni.
E se i villains sono mossi dalla brama di potere e controllo, coloro che sono dalla parte del bene, in considerevole svantaggio numerico, sono alimentati dalla sete di verità.
Gordon e Batjunior sono i soli a voler far luce sulle strade buie della città, non hanno appoggio dalle autorità e contano solo sulla propria determinazione.

Gordon: "C'è qualche posto in cui posso portarla? Un posto sicuro?"
Sindaco: "Non andiamo alla centrale di polizia?"
Gordon: "Non so se sarebbe al sicuro li"

Harvey Bullock diventa una macchietta, quasi comica, nella sua svogliatezza e disillusione che qualcosa possa effettivamente cambiare.
La serie mette in campo troppi personaggi, riuscendo a dare vero spessore solo al Pinguino, seguito a ruota da Gordon, il quale, anche se possedendo una ferrea morale, non riesce a regalarci nessun plot twist.
Il potenziale non manca, gli antagonisti del cavaliere oscuro sono risultati da sempre una componente essenziale e spesso più accattivante del supereroe stesso, ma non vengono sviluppati a dovere.
La scena finale vede tutti i personaggi coinvolti davanti al notiziario, dove il sindaco annuncia che su Arkham riusciranno a mettere le mani sia Falcone che Maroni.
Con la notizia che la serie conterà non più 16 episodi ma ben 22, sorge spontaneo domandarsi quando (e se) scopriremo mai l'identità del killer dei Wayne.
Ciò che potrebbe essere una sottotrama misteriosa ed accattivante, viene lasciata nel dimenticatoio, ma ci pensiamo noi di Mind The Popcorn a ritirarla fuori.
Spulciando su vari forum e pagine d'oltreoceano, ho scovato un'interessante teoria.
Nel secondo episodio della serie, alla centrale di polizia, assistiamo ad un siparietto alquanto insignificante, senza alcun bisogno di esserci, slegato dalla trama.
Harvey pesta le scarpe ad un uomo, che gli inveisce contro con la frase "Mind the shoes, clown!".
L'esclamazione, accompagnata dalla giacca viola indossata dal soggetto in questione, è un chiaro omaggio al Joker.
Ma nonostante questo, notiamo il riferimento alle calzature.
L'assassino dei Wayne indossava scarpe nere lucide. 
Una seconda teoria, invece, in modo del tutto giocoso, la offriamo noi di Mind The Popcorn.
Come già detto nel nostro commento del Pilot, un personaggio fortemente differente dai fumetti dai quali è tratto, è Alfred Pennyworth.
Vuoi perché nei gialli, gira e rigira, il maggiordomo è sempre il colpevole, vuoi perché arrivi sulla scena del crimine prima che i poliziotti identificassero i corpi di Thomas e Martha Wayne, io non me la sento di escludere questo sconvolgimento della trama.
In "Arkham", Bruce ha un incubo sull'omicidio dei suoi genitori. Vediamo il killer e quando il futuro supereroe si risveglia, comunicando ad Alfred di avere avuto un brutto sogno, quest'ultimo domanda:
"C'ero anche io?".


Pronti per il successivo episodio, offro a tutti un vassoio di cannoli di Oswald, sperando non vi restino sullo stomaco.

Batsegnale acceso per:
- Oswald nel frigo.
- Fish Mooney che finalmente fa qualcosa di diverso dagli altri episodi.
- Bruce che cerca indizi negli archivi di famiglia.

Batsegnale spento per:
- " Barbie diario segreto" Barbara che nasconde qualcosa a Gordon, ma lo molla perché a lui non è consentito fare altrettanto.
- I troppi momenti comici che rompono il clima di mistero e suspense che dovrebbe regnare sovrano nello show.

Niccolò Costantino per Mind The Popcorn.

giovedì 16 ottobre 2014

Commento - 3x01 - Arrow


ATTENZIONE SPOILER!!!!
Ritorna Arrow, giunto alla sua terza stagione.
Dopo l’ultimo season finale, che ci ha lasciato con il fiato sospeso per gli ultimi cinque episodi, come fossero un unico grande film, ritroviamo tutto il Team Arrow al gran completo.
Conclusosi il primo grande arco narrativo che ci ha accompagnato per i primi due capitoli della serie, con questa nuova stagione ci prepariamo alle nuove storie che verranno introdotte.
Nei flashback Oliver non è più sull’isola, l’abbiamo visto sprofondare con il mercantile ed essere ripescato da quella bossy bitch di Amanda Waller.
Ora è pronto ad affrontare anche lui la terza edizione di Pechino Express – Fuga da Hong Kong.
Ci sono ovviamente dei meccanismi tra le relazioni dei personaggi che vengono riproposti, rimanendo comunque più simili ad un’ulteriore evoluzione che ad una mera ripetizione di cose già viste.
Se sull’isola dei famosi (a questo ragazzo piacciono tanto i reality show) il giovane Oliver Queen era in compagnia di Slade, ad Hong Kong lo vediamo affiancato ad un agente della Waller, anch’esso orientale come Yao Fei.
Tornando ai giorni nostri, il continuo conflitto interiore dell’arciere di smeraldo continua.
Se abbiamo visto la trasformazione da vigilante assassino che scoccava frecce a suon di “You have failed this city!” ad eroe “per onorare la memoria del mio amico Tommy”, siamo pronti per il passo successivo.
Da The Hood a The Arrow, da The Arrow a Oliver Queen.
Il dualismo e il conflitto in questa stagione si sviluppano tra il conciliare la propria vita privata con l’essere un eroe a tempo pieno.
Il passaggio è frustrante è tormentato, non riguarda più solo una metà della doppia vita del protagonista ma coinvolge entrambe le sue identità.
Colui che è sotto il cappuccio diventa anche la sua più grande paura.
I fan della Olicity sono rimasti a bocca asciutta, perché è troppo pericoloso e impossibile avere una relazione essendo contemporaneamente un bersaglio.
Il tema del doppio rimane una costante nelle avventure di questa versione moderna di Freccia Verde, portando ogni personaggio a confrontarsi con il proprio passato e le proprie ombre, come è successo ad Oliver sull’isola.
Per Roy in particolar modo, come hanno annunciato gli autori alla Comicon di San Diego del 2013, Starling City rappresenta il luogo del suo cambiamento e della sua evoluzione.
Lo vediamo con un costume nuovo, una maschera, pronto ad assumere l’identità di colui che nei fumetti è Arsenal/Freccia Rossa.
D’altronde Thea è lontana e data la compagnia della quale gode, quando ritornerà sappiamo tutti che sarà davvero molto cambiata.
Non mancano i problemi anche nel quotidiano. Le industrie Queen sembrano passare nelle mani di Ray Palmer (l’ex uomo d’acciaio in Superman Returns, Brandon Routh) dopo che Isabel Rochev le ha soffiate al legittimo proprietario sotto il naso.
Essere investita da Felicity è stata una soddisfazione enorme sia per l’hacker migliore del pianeta che per noi.

Nel finale dell’episodio le sorelle Lance si cedono tristemente il testimone.
Sara era un personaggio al quale mi ero affezionato, ma fin dall’inizio sapevamo che la vera Black Canary non sarebbe stata lei. Chissà che con la comparsa di meta umani nello spin-off “The Flash”, Laurel non acquisti il “canary cry”, l’urlo ultrasonico che Sara riproduceva tramite piccoli dispositivi ma che nei fumetti è un vero e proprio superpotere dell’eroina. Dubito.
Aspettando i nuovi episodi, fremo per ciò che potrà accadere, poiché Arrow si è rivelato un prodotto di altissima qualità, capace di provocare, specialmente nei finali di stagione, emozioni da grande schermo.
Le dinamiche sono adrenaliniche, lo spessore dei personaggi cresce stagione dopo stagione e regala più di un semplice adattamento televisivo dei supereroi dei fumetti.
L’unica cosa che fa tremare me e sicuramente anche altri fan, è la svolta soap.
Tremate, tremate, il figlio segreto di Oliver sta per tornare.

Hanno tradito questa città:
-        La morte di Sara.
-        Il figlio illegittimo di Oliver.

Degni di indossare il cappuccio:
-        Tutto il team Arrow.
-        La pianta di Felicity nel rifugio segreto.
-    Diggle che diventa papà.

 Niccolò Costantino per Mind The Popcorn

mercoledì 15 ottobre 2014

Commento - 8x04 - The Big Bang Theory.

Attenzione SPOILER!
 
 
In questa puntata di The Big Bang Theory, ritroviamo il modulo uomini vs donne .
I primi, si ritrovano a discutere ed ideare un possibile investimento nella riapertura del negozio di fumetti di Stuart.
Howard accusato di voler contribuire solo per risolvere la situazione "mamma-stuart" che ormai gli sta scomoda.
Raji , a volte assente, cerca di risolvere anche un'altra situazione scomoda, nata.
Mentre Sheldon e Leonard sognano ad occhi aperti e ci regalano motivi per i quali sarebbe fighissimo essere proprietari di una fumetteria, Raji presenta la sua ragazza Emily agli amici, ma sembrano esserci problemi con Penny.
 
 
Emily, infatti è gelosa della "love story passata" tra Raji e Penny.
Nonostante il motivo dell'astio non sia, subito chiaro e nonostante Penny cerchi di capire e risolvere la situazione, non sembra esserci soluzione.
 
 
Intanto gli uomini , discutono sull'importanza della sincerità.
Il triangolo Emily-Raji-Penny mette in luce, infatti, il problema di molte coppie di avere segreti tra loro, soprattutto riguardo le storie passate che sempre spaventano.
Sheldon, argutamente, fa notare ad Howard e Leonard, che nonostante lui non capisca nulla di donne e dinamiche amorose, vuole comunque chiedere il parere ad Amy, per il suo investimento, in quanto fidanzata.
I tre, quindi, si ritrovano a parlare e a chiedere l'opinione delle rispettive consorti.
Bernadette, risponde NO! secco.
Penny, sembra non capire il motivo di tale "comunicazione"
Amy, tenta di far ragionare Sheldon, attraverso una domanda retorica, al quale non ci sarà via di uscita.
 
 
Ma nulla è perduto, Benadette decide di parlare con Stuart, per capire meglio, cosa comporterebbe investire i propri risparmi in una fumetteria.
Con tranquillità Stuart , comunica che la Madre di Howard ha già provveduto a dare lui i soldi necessari per riavviare l'attività.
 
Non solo un sogno si disintrega  davanti agli occhi dei quattro amici, ma Howard rimane ancora una volta, profondamente ferito e indispettito.
 
La puntata si conclude con gli uomini che si godono i loro fumetti, seduti comodi e stuzzicando snack, in un covo, solo loro... ciò che realmente hanno sempre sognato, fin da piccoli.
 
La puntata è definita filler, e perciò fine a se stessa, che non porterà collegamenti e sviluppi al fine di una trama.
Nonostante sia questa l'impronta dello show da sempre, forse alcuni dei followers, si aspettano qualcosa di interessante o almeno una puntata esilarante, piena di gag e battute comiche.
Questa puntata è stata carente rispetto allo standard, ma comunque ci ha regalato dei sorrisi.
 
 

 
 
 Mind The Popcorn.

 


 

Commento Pilot - 1X01 - Flash.



Il velocista scarlatto corre sul piccolo schermo!
Creato nel 1940 da Gardner Fox e Harry Lampert, Flash, supereroe del marchio DC Comics, vanta una nuova trasposizione televisiva.
Della serie omonima del 1990, ritroviamo il vecchio attore protagonista, John Wesley Shipp, che interpreta oggi il padre del supereroe.
Apparsa per la prima volta in Arrow 2x08 – Lo Scienziato, questa versione moderna nasce come un suo spin-off, condividendone l’universo narrativo.
La storia viene narrata in ordine cronologico, partendo dalle origini.



Vengono mostrate le vicende che hanno reso Barry Allen, alias Flash, ciò che è oggi e i suoi obiettivi. 
Una notevole differenza, se si nota che per scoprire parte delle origini di Oliver Queen, ci abbiamo messo due intere stagioni.
La sceneggiatura risulta semplice e scorrevole, la fotografia è limpida e i colori sono saturi, presentando “The Flash” come un prodotto più luminoso e meno introspettivo della serie madre.


Barry ha infatti dei superpoteri, è un “metaumano” che può correre più velocemente della luce. Si perde il labile limite di realtà aumentata (del quale gode invece Arrow), non è più una lotta tra persone normali che decidono di armarsi e addestrarsi e superare i propri limiti.
Già nel Pilot, l’eroe più veloce del mondo, indossa  il costume ispirato all’iconografia classica, ovviamente già pronto all’uso e della giusta taglia.



Le cause delle vicende che si susseguono nell’episodio appaiono un po’ forzate, per far partire rapidamente la storia ed emergono alcune similitudini con “Smallville”: l’esplosione dell’acceleratore molecolare versus la pioggia di meteoriti, che creano metaumani giustificandone l’improvvisa comparsa e il triangolo amoroso con la ragazza del desiderio impegnata con il belloccio popolare di turno.

L’inferiore spessore emotivo lo rende un prodotto più adatto per gli adolescenti, riuscendo però ad essere, narrativamente parlando, migliore di pellicole cinematografiche come “The Amazing Spider-Man”.
Il cross-over con Arrow ci espone uno dei concetti chiave della serie: Flash, così colorato, paradossalmente ritardatario cronico prima della trasformazione in supereroe,  rappresenta la speranza.
Un simbolo e una guida per i gli abitanti di Central City, che d’ora in poi potranno contare su di lui.

Niccolò Costantino per Mind the Popcorn .

mercoledì 8 ottobre 2014

Commento - 1x03 - Gotham - di Niccolò Costantino.

Gotham è come il vino, migliora invecchiando. 
Giunti al terzo episodio, la serie del canale CW acquista sempre di più corpo e mordente.
Il previoulsy on Gotham che si apre con le parole di Oswald Cobblepot è già diventato un must, un avvertimento che ci ricorda di stare all'erta da qualcosa di grosso, che scommetto ci terrà con il fiato sospeso nel season finale.
Si inizia ad intravedere una trama orizzontale, con Arkham misteriosa protagonista, Oswald sempre più sociopatico, senza sensi di colpa per le ormai numerose persone che ha ucciso e con una nuova identità. 
La sua storia, infatti, si sviluppa gradualmente e si intreccia silenziosamente con quella degli altri personaggi.
In ogni episodio i fatti narrati portano a delle conseguenze che verranno affrontate nel successivo, come l'omicidio dei Wayne e la testimonianza di Selina, il sequestro dei ragazzini e la nascita di un primo vigilante.
Nasce quindi il più grande dibattito del mondo fumettistico: chi fa giustizia senza averne l'autorità, è eroe o criminale egli stesso?
Bruce sembra già conoscere la risposta a questo quesito, ha ormai abbandonato l'infanzia, morta con i suoi genitori sotto i colpi dell'assassino dal volto coperto. Legge i quotidiani, si esercita nella scherma con il maggiordomo Alfred, aspira a diventare un detective, senza sapere che diventerà il detective.
Il criminale del terzo episodio, o vigilante, opera in maniera del tutto singolare e inquietante. Ciò che è solitamente un'attrazione per i bambini diventa un'arma e un mezzo per una morte lenta e  spaventosa. Soprattutto se notiamo che il primo omicidio lo attua mascherato da Peppa Pig.

Per una volta le scene con "Barbie" Barbara, ben tre in questa puntata, non risultano essere inutili.
Viene data, infatti, l'opportunità a Ben McKenzie (Gordon) di recitare delle buone battute su quanto Gotham sia priva di ordine e di controllo, senza nessuno che si batta per i suoi cittadini e senza nessuno a difenderli dalla moltitudine di criminali che invadono ogni angolo. 
Tutta la polizia opera con metodi illegali, è corrotta e marcia come i delinquenti ai quali da la caccia.
Anche l'apparentemente inattaccabile Renee Montoya, detective dell 'Unità Emergenza Crimine, ha il suo scheletro nell'armadio.
Il nostro poliziotto preferito, però, è determinato e arriva anche questa volta alla soluzione del caso, si mette a rischio in prima persona donando una non meritata fiducia al suo partner nelle indagini, Harvey Bullock.

Quando si scopre, però, la tragica fine dei corpi delle vittime dell'uomo dei palloncini, nella mia testa ho iniziato a sentire "It's raining men! Hallelujah, It's raining men!"
Puntata dopo puntata, Gotham acquista una maggiore consapevolezza di quello che vuole essere, la parte di storia mai raccontata tra Batman e il fattore che ne scatena la nascita.
Peccato invece per il personaggio di Fish Mooney, ridotta a fare la stessa identica cosa in ogni episodio. Qualche chiacchiera con la polizia e qualche gioco di potere. Stop.
E dopo il finale da pelle d'oca di questo terzo episodio, aspettiamo con ansia il prossimo, intitolato "Arkham".

Batsegnale acceso per:
- Paolo che vuole bene alla mamma.
- Il modus operandi dell'uomo dei palloncini.
- Gordon che sopporta Barbara.
- Il finale dell'episodio.
- Selina che è meglio di Mc Gyver.
Batsegnale spento per:
- "Barbie Maria" Barbara.
- Uomini Volanti Identificati non recuperabili nemmeno con un elicottero.
- Montoya che vive nascosta dentro l'armadio di Barbara.

Niccolò Costantino per Mind The Popcorn