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mercoledì 8 ottobre 2014

Commento - 1x03 - Gotham - di Niccolò Costantino.

Gotham è come il vino, migliora invecchiando. 
Giunti al terzo episodio, la serie del canale CW acquista sempre di più corpo e mordente.
Il previoulsy on Gotham che si apre con le parole di Oswald Cobblepot è già diventato un must, un avvertimento che ci ricorda di stare all'erta da qualcosa di grosso, che scommetto ci terrà con il fiato sospeso nel season finale.
Si inizia ad intravedere una trama orizzontale, con Arkham misteriosa protagonista, Oswald sempre più sociopatico, senza sensi di colpa per le ormai numerose persone che ha ucciso e con una nuova identità. 
La sua storia, infatti, si sviluppa gradualmente e si intreccia silenziosamente con quella degli altri personaggi.
In ogni episodio i fatti narrati portano a delle conseguenze che verranno affrontate nel successivo, come l'omicidio dei Wayne e la testimonianza di Selina, il sequestro dei ragazzini e la nascita di un primo vigilante.
Nasce quindi il più grande dibattito del mondo fumettistico: chi fa giustizia senza averne l'autorità, è eroe o criminale egli stesso?
Bruce sembra già conoscere la risposta a questo quesito, ha ormai abbandonato l'infanzia, morta con i suoi genitori sotto i colpi dell'assassino dal volto coperto. Legge i quotidiani, si esercita nella scherma con il maggiordomo Alfred, aspira a diventare un detective, senza sapere che diventerà il detective.
Il criminale del terzo episodio, o vigilante, opera in maniera del tutto singolare e inquietante. Ciò che è solitamente un'attrazione per i bambini diventa un'arma e un mezzo per una morte lenta e  spaventosa. Soprattutto se notiamo che il primo omicidio lo attua mascherato da Peppa Pig.

Per una volta le scene con "Barbie" Barbara, ben tre in questa puntata, non risultano essere inutili.
Viene data, infatti, l'opportunità a Ben McKenzie (Gordon) di recitare delle buone battute su quanto Gotham sia priva di ordine e di controllo, senza nessuno che si batta per i suoi cittadini e senza nessuno a difenderli dalla moltitudine di criminali che invadono ogni angolo. 
Tutta la polizia opera con metodi illegali, è corrotta e marcia come i delinquenti ai quali da la caccia.
Anche l'apparentemente inattaccabile Renee Montoya, detective dell 'Unità Emergenza Crimine, ha il suo scheletro nell'armadio.
Il nostro poliziotto preferito, però, è determinato e arriva anche questa volta alla soluzione del caso, si mette a rischio in prima persona donando una non meritata fiducia al suo partner nelle indagini, Harvey Bullock.

Quando si scopre, però, la tragica fine dei corpi delle vittime dell'uomo dei palloncini, nella mia testa ho iniziato a sentire "It's raining men! Hallelujah, It's raining men!"
Puntata dopo puntata, Gotham acquista una maggiore consapevolezza di quello che vuole essere, la parte di storia mai raccontata tra Batman e il fattore che ne scatena la nascita.
Peccato invece per il personaggio di Fish Mooney, ridotta a fare la stessa identica cosa in ogni episodio. Qualche chiacchiera con la polizia e qualche gioco di potere. Stop.
E dopo il finale da pelle d'oca di questo terzo episodio, aspettiamo con ansia il prossimo, intitolato "Arkham".

Batsegnale acceso per:
- Paolo che vuole bene alla mamma.
- Il modus operandi dell'uomo dei palloncini.
- Gordon che sopporta Barbara.
- Il finale dell'episodio.
- Selina che è meglio di Mc Gyver.
Batsegnale spento per:
- "Barbie Maria" Barbara.
- Uomini Volanti Identificati non recuperabili nemmeno con un elicottero.
- Montoya che vive nascosta dentro l'armadio di Barbara.

Niccolò Costantino per Mind The Popcorn

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