Dopo l’ultimo season finale, che ci ha lasciato con il fiato
sospeso per gli ultimi cinque episodi, come fossero un unico grande film,
ritroviamo tutto il Team Arrow al
gran completo.
Conclusosi il primo grande arco narrativo che ci ha
accompagnato per i primi due capitoli della serie, con questa nuova stagione ci
prepariamo alle nuove storie che verranno introdotte.
Nei flashback Oliver non è più sull’isola, l’abbiamo visto
sprofondare con il mercantile ed essere ripescato da quella bossy bitch di Amanda Waller.
Ora è pronto ad affrontare anche lui la terza edizione di Pechino Express – Fuga da Hong Kong.
Ci sono ovviamente dei meccanismi tra le relazioni dei
personaggi che vengono riproposti, rimanendo comunque più simili ad
un’ulteriore evoluzione che ad una mera ripetizione di cose già viste.
Se sull’isola dei famosi (a questo ragazzo piacciono tanto i
reality show) il giovane Oliver Queen era in compagnia di Slade, ad Hong Kong
lo vediamo affiancato ad un agente della Waller, anch’esso orientale come Yao
Fei.
Tornando ai giorni nostri, il continuo conflitto interiore
dell’arciere di smeraldo continua.
Se abbiamo visto la trasformazione da vigilante assassino
che scoccava frecce a suon di “You have failed this city!” ad eroe “per onorare
la memoria del mio amico Tommy”, siamo pronti per il passo successivo.
Da The Hood
a The Arrow, da The Arrow a Oliver Queen.
Il dualismo e il conflitto in questa stagione si sviluppano
tra il conciliare la propria vita privata con l’essere un eroe a tempo pieno.
Il passaggio è frustrante è tormentato, non riguarda più
solo una metà della doppia vita del protagonista ma coinvolge entrambe le sue
identità.
Colui che è sotto il cappuccio diventa anche la sua più
grande paura.
I fan della Olicity sono
rimasti a bocca asciutta, perché è troppo pericoloso e impossibile avere una
relazione essendo contemporaneamente un bersaglio.
Il tema del doppio rimane una costante nelle avventure di
questa versione moderna di Freccia Verde, portando ogni personaggio a
confrontarsi con il proprio passato e le proprie ombre, come è successo ad
Oliver sull’isola.
Per Roy in particolar modo, come hanno annunciato gli autori
alla Comicon di San Diego del 2013, Starling City rappresenta il luogo del suo
cambiamento e della sua evoluzione.
Lo vediamo con un costume nuovo, una maschera, pronto ad
assumere l’identità di colui che nei fumetti è Arsenal/Freccia Rossa.
D’altronde Thea è lontana e data la compagnia della quale
gode, quando ritornerà sappiamo tutti che sarà davvero molto cambiata.
Non mancano i problemi anche nel quotidiano. Le industrie
Queen sembrano passare nelle mani di Ray Palmer (l’ex uomo d’acciaio in
Superman Returns, Brandon Routh) dopo che Isabel Rochev le ha soffiate al
legittimo proprietario sotto il naso.
Essere investita da Felicity è stata una soddisfazione
enorme sia per l’hacker migliore del pianeta che per noi.
Nel finale dell’episodio le sorelle Lance si cedono
tristemente il testimone.
Sara era un personaggio al quale mi ero affezionato, ma fin
dall’inizio sapevamo che la vera Black Canary non sarebbe stata lei. Chissà che
con la comparsa di meta umani nello spin-off “The Flash”, Laurel non acquisti
il “canary cry”, l’urlo ultrasonico che Sara riproduceva tramite piccoli dispositivi
ma che nei fumetti è un vero e proprio superpotere dell’eroina. Dubito.
Aspettando i nuovi episodi, fremo per ciò che potrà
accadere, poiché Arrow si è rivelato un prodotto di altissima qualità, capace
di provocare, specialmente nei finali di stagione, emozioni da grande schermo.
Le dinamiche sono adrenaliniche, lo spessore dei personaggi
cresce stagione dopo stagione e regala più di un semplice adattamento
televisivo dei supereroi dei fumetti.
L’unica cosa che fa tremare me e sicuramente anche altri
fan, è la svolta soap.
Tremate, tremate, il figlio segreto di Oliver sta per
tornare.
Hanno tradito questa città:
-
La morte di Sara.
-
Il figlio illegittimo di Oliver.
Degni di indossare il cappuccio:
-
Tutto il team Arrow.
-
La pianta di Felicity nel rifugio segreto.
- Diggle che diventa papà.
Niccolò Costantino per Mind The Popcorn
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